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Recensioni / Paloscia



Tommaso Paloscia

Roma, 29/10/1918 – Firenze, 28/03/2005,
è stato un giornalista, critico d'arte e saggista italiano.
vedi wikipedia.org

Presentazione della personale Prato, Sala medievale San Jacopo. 1988
U

na corrida, una lotta di galli: il tumultuoso)apporto dei colori forti, vivacissimi. sono i simboli di una violenza che il segno espressionistico sottolinea nella rappresentazione di eventi nei quali la sopraffazione e la più evidente istigatrice del fatto spettacolare. Caciotti non ha mai assistito allo spettacolo dell‘arena, non ha avuto la diretta informazione della selvaggia zuffa dei galli esasperata nel «gioco» primitivo e crudele, e tuttavia ne avverte i ritmi che l'aggressività dei protagonisti trasmette alla sua fantasia attraverso letture-attente e appassionate; o per vorticose sequenze di immagini carpite ai mass-media ed elaborate tra l‘inconscio e la consapevolezza. Ne sorregge la visione quella sua metodica rappresentazione dal vero dei paesaggi che incorniciano - con i boschi folti e i campi apertissimi al sole e all'intemperie - la zona di Sesto Fiorentino dov'egli vive lavorando a ritmi serrati. In un delirio di colori. E quella sua inappagata ambizione di ergersi a protagonista e giudice insieme di un mondo da modificare utilizzando le sue attese energie - oggi scatenate e ribelli a un coordinamento che le sottragga dei gesti e alle sue complicanze – quella ambizione dicevo, talvolta ripiega su mm itinerario antico e trova sfogo nell’autoritratto, frequentissimo nella sua pittura. Ed è come un sapiente stimolo a rimeditare i tumulti dell'anima; anche se l'immagine vi si arrovella e di volta in volta riapre le cateratte che riconcedono libero sfogo agli urli della coscienza, ai furori del sentimento. In questa mostra Caciotti espone una sintesi dei tanti quadri dipinti negli ultimi due anni; ed è stata sintesi difficile fra tantissime espressioni in cui gli stati d'animo si sono avvicendati a suggerire interpretazioni spesso aggressive della natura e tuttavia sorrette da una candida poesia istintiva che i colori violenti non distruggono; che anzi traspare tra un rosso vivo e un cobalto magari affardellati sul segno sempre vigile a suggerire le strutture. Sono immagini che affollano per l‘eterno le pareti e i tavoli; che si ribellano alle classificazioni per genere, impegnate a rimuovere qualsiasi tentativo della mente che intenda moderare il linguaggio dal quale traggono le loro ragioni di vita.


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